Arabba –> Alleghe sull’Alta via n° 1

 

 

 

Prima tappa :  Passo Campolongo – rifugio Nuvolau

La prima tappa, la più impegnativa in altimetria, inizia dal Passo Campolongo che si raggiunge con mezzo pubblico da Arabba, raggiunti i prati del Pralongia si prosegue verso il Pico Setsas per raggiungere il Passo del Falsarego  ed inserirsi sul tracciato dell’Alta via n° 1.

Il sentiero costeggia il picco Croda Negra e aggira  da sud il Nuvolau  e seguendo per buon sentiero il dosso inclinato della montagna, si sale in breve fino alla panoramica spianata sommitale dove sorge il Rifugio Nuvolàu, 2575 metri. 

Il Rifugio Nuvolàu, di proprietà della Sezione di Cortina d’Ampezzo del
CAI, è sorto sul belvedere della cima omonima nel 1883 e rifatto nel 1970.
Eccezionale posto tappa sia per l’ospitalità che per lo spettacolo di alba e
tramonto. Tra i più panoramici e arditi manufatti delle Dolomiti (alti precipizi
cadono da tre lati),

 

seconda tappa: dal Rifugio nuvolau al rifugio città di fiume

 

Dal Rifugio Nuvolàu si ritorna a nord, per il sentiero n. 439, alla Forcella Nuvolàu e per la stradina  si prosegue a nord est fino a un bivio. Si continua a destra e si giunge ben presto al Rifugio Cinque Torri, 2137 metri.
Dal Rifugio Cinque Torri si scende un po’ fino a un bivio dal quale si segue una stradina  che poco dopo prende a nord in direzione della Statale 48 del passo Giau. Attraversata la strada si riprende subito il n. 437 verso est , si passa il torrente della Val Formìn, a nord del complesso della Croda da Lago. Qui si incontra il buon sentiero-mulattiera n. 434. Si prende questo e si sale dapprima con alcuni ripidi tornanti, quindi quasi in piano per la Val
Negra, fino a raggiungere il bellissimo luogo dove sorge il Rifugio
Croda da Lago “Gianni Palmieri”, 2046 m, sul bordo meridionale del romantico Lago Fedèra o Lago da Lago.
Ore 4 circa dal Rifugio Nuvolàu.

Dal Rifugio Croda da Lago-Gianni Palmieri si prende a sud la comoda mulattiera segnata n. 434 che in una oretta circa porta alla  Forcella Ambrizzòla, 2277 m, dalla quale si prosegue per il Rifugio Città di Fiume come già descritto nella quinta tappa.
Ore 6,30 circa dal Rifugio Nuvolàu.

 

terza tappa:  dal rifugio città di fiume al rifugio palafavera

Dal Rifugio Città di Fiume si segue a sud est la buona mulattiera segnata con il n. 480 che porta ben presto alla Forcella Foràda, 1977 metri. Lasciata la mulattiera, che prosegue
a nord est per la Val de Foràda, si prosegue a sud, sempre sul 480,per il Sentiero “Gino Flaibani” , che permette di traversare e quindi anche “circumnavigare” il massiccio del Pelmo. Riportatisi a sud est dopo un ripido canalone, si seguono magri pascoli d’alta quota e si scende  un po’ fino a una spalla erbosa che si origina dalla Cima Foràda.
Sulla destra (sud) si apre il selvaggio Circo di Val d’Àrcia che fino a pochi anni fa conteneva un piccolo ghiacciaio.
Si risale  il circo franoso che offre una splendida visione sulle superbe muraglie settentrionali del Pelmo e con un ultimo strappo si giunge infine alla Forcella di Val d’Àrcia, 2476 m,
piccola finestra sul grande Cadore.
Ore 2,15 dal Rifugio città di Fiume.
Dalla forcella si scende sulla destra (sud est), si attraversano due imponenti canaloni ghiaiosi e per buone tracce si raggiunge una spaziosa e ben evidente sella che ospita un corposo spuntone roccioso.
Da questa si scende diagonalmente per la immane colata di ghiaie che scende dalla Forca Rossa, si passa nei pressi dell’inizio della Cengia di Ball (via normale per la vetta del Pelmo) e, con direzione sud, si raggiunge il Rifugio Venezia “Albamaria De Luca”, 1946 metri.
Dal rifugio si sale moderatamente a sud per il sentiero n. 472 e in breve si è alla Sella di Rutorto.
Da questa si prosegue a sud ovest, dolcemente traversando sotto le imponenti pareti della Spalla Sud del Pelmo , si devìa a ovest, si passa la base meridionale del possente Pelmetto in
località le Mandre e si giunge nei pressi del Col delle Crépe Cavaliere dove il sentiero 472 continua per il Passo Staulanza.
Si prende a sinistra  il sentiero n. 474, su terreno paludoso, che poco oltre gira decisamente a sud ovest e va a percorrere in discesa la Val del Ru Bianco fino a sbucare sulla strada Statale
251 in località Palafavèra, 1507 m (Pala Favera, sulla carta), dove si
trovano alcuni alberghi-rifugio e un camping.
Ore 5,30 dal Rifugio Città di Fiume.

quarta tappa: da palafavera ad alleghe

l’ultima tappa segue l’alta via fino al rifugio Tissi per poi abbandonarla e scendere verso Alleghe. Dalla Statale 251, oltre il camping di Palafavèra, si stacca a ovestla stradina militare chiusa al traffico automobilistico, segnata n. 564, che porta alla Casèra di Pióda. Da qui si segue la buona mulattiera fino a giungere al Rifugio “Adolfo Sonino” al Coldài, 2132 metri.
Circa ore 2 da Palafavèra.

Al Rifugio Sonino al Coldài inizia uno dei tratti più maestosi dell’Alta Via delle Dolomiti n. 1, poco faticoso e senza alcuna difficoltà. Consente la visione della grande muraglia settentrionale della Civetta.
Dal Rifugio si sale in breve alla Forcella Coldài, 2191 m, e si scende l’opposto versante per la conca ghiaiosa fino sulla riva del grazioso Lago Coldài, 2143 m, nel quale si specchiano le ardite pareti sovrastanti.
Costeggiando il lago sulla riva occidentale si sale alla Forcella di Col Negro, 2203 m, dalla quale si gode di una grande visione, dalla Torre d’Alleghe alla vetta della Civetta.
Ora il sentiero scende un po’ nella Val Civetta vera e propria . Poco prima della forcella si stacca a destra  il sentiero n. 563 che porta, con breve salita, al Rifugio “Attilio Tissi”, 2250 m, quasi in vetta al Col Reàn da dove si gode di una incomparabile veduta sul Lago di Alleghe a nord ovest e sulla immensa Civetta a est.

Dal rifugio Tissi ora in rapida discesa su sentiero attrezzato si arriva a  Masarè per concludere ad  Alleghe questa ultima tappa.